Coxo Spaziale #222: Francis Bacon, the Kanal e poche altre storie

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Francis Bacon a Palazzo Belloni

La 222^ puntata di Coxo Spaziale racconta della conferenza stampa della mostra Mutazioni di Francis Bacon a Palazzo Belloni e di cosa è successo ultimamente nel mondo dell'arte contemporanea.

Il Kanal–Centre Pompidou di Bruxelles

Musica

Losers (feat. Riz MC & Envy) – Flush
The Shak and Spears - Hoe Muck Is Love
The Bangles - Walk like an Egyptian
Jacob Bellens - Sound of laughter
Lemonheads - The Outdoor Type
Lou Reed - Baton Rouge
Leone - Immenso

Mario Ceroli alla Galleria Dè Foscherari


Menzioni

Francis Bacon - Mutazioni
Palazzo Belloni, 1 giugno - 16 settembre 2018
http://www.palazzobelloni.com/home/francis-bacon-mutazioni/ 

Un nuovo Pompidou a Bruxelles

http://www.artnews.com/2018/05/31/garage-centre-pompidou-outpost-opens-brussels/

Frieze sulla performance art
https://frieze.com/article/has-performance-art-lost-teeth-offend

Giovedì 7 giugno ore 18.00

MARIO CEROLI - LA GRANDE OCCASIONE
INAUGURAZIONE - GIOVEDI 7 GIUGNO ORE 18
DAL 7 GIUGNO AL 7 OTTOBRE 2018
La grande occasione  è il titolo, suggerito dall’artista stesso, della personale che Mario Ceroli inaugurerà alla Galleria de’ Foscherari giovedì 7 giugno alle ore 18.
Una grande occasione per l’autore, che rilegge, sono parole sue, i suoi ottant’anni, da poco compiuti, rallegrati dalla straordinaria attività realizzata finora; una grande occasione per la Galleria, che esibisce, a cinquant’anni dalla prima personale dell’artista, la famosissima Aria di Daria, alcune delle sue opere più recenti e significative; una grande occasione per il pubblico e la critica, che possono assistere in anteprima alla conclusione, per fortuna ancora provvisoria, dell’attività di uno dei maggiori artisti italiani viventi.
Ricordiamo che in apertura del catalogo con cui la de’ Foscherari presentava l’ultima mostra dedicata a Ceroli (era il 2012 ed era la nona personale che la Galleria gli allestiva) ci si chiedeva se l’artista dovesse ormai essere considerato alla stregua dei classici, oppure se la sua opera non si fosse ancora riconciliata con le Muse e mantenesse un potenziale innovatore tale da poter innescare inediti processi sperimentali. L’occasione, speriamo grande ancora una volta, di tentare una risposta al quesito la offre questa ultima esposizione, certamente innovativa e apparentemente contrassegnata da uno stacco rispetto al mondo sostituito da grezzo pino di Russia, ma, in realtà, ad esso unita da fili sottili, ma di estrema resistenza. E’ vero che non siamo più di fronte a delle sculture, ma se osserviamo le grandi tele come Erotismo pompeiano (il rosso pompeiano è uno dei colori cari a Ceroli) oppure Eco di un bacio o, ancora, Io la terra e la luna balzano all’occhio, attraverso le parentesi tonde e graffa, le analogie con le grandi lettere alfabetiche tagliate nel legno. E’ un rapporto troppo esile? Allora passiamo a Onde gravitazionali o La nuova coppia oppure Figura di donna, come le prime ottenute manualmente con pastelli a olio, e vedremo l’immagine di una sezione d’albero i cui cerchi concentrici subiscono torsioni e si avviluppano fino a formare accenni di figure. Non basta ancora? Nella casa romana di Ceroli c’è un tavolo costituito dalla sezione di una sequoia che aveva tremila anni: le linee della vita di quell’albero sembrano essere state animate e colorate dall’artista che le ha fissate sulla tela a ricordarci che l’origine del suo operare è l’albero con la sua vita naturale.
Non si deve dimenticare che l’artista ha prodotto nel 1970 un’opera celebre, L’albero della vita, e che l’albero non è solo un simbolo biblico, ma un ineludibile punto di riferimento in tutte le culture. Ecco la grande occasione per Ceroli: andare alla radice dell’operare artistico e scoprire che è anche l’origine della vita.


MARIO CEROLI  - LA GRANDE OCCASIONE ( THE GREAT OPPORTUNITY)
OPENING - THURSDAY, JUNE 7, 6 PM
ON VIEW FROM JUNE 7 TO OCTOBER 7, 2018
La grande occasione  (“The Great Opportunity”) is the title, suggested by the artist himself, of the solo exhibition that Mario Ceroli will be opening at Galleria de’ Foscherari on Thursday, June 7 at 6 pm.
It is a great opportunity for this artist, who—having just turned eighty—is “rereading” (his term) a lifetime made vibrant by the extraordinary work he has done up to now; a great opportunity for the gallery, which—fifty years after the artist’s first solo show, his famous Aria di Daria—is exhibiting some of his most recent and significant works; a great opportunity for art lovers and critics, who can get their first glimpse of the concluding chapter (though luckily still an early draft) in the oeuvre of one of Italy’s greatest living artists.
One should note that the opening text in the catalogue for the last Ceroli exhibition presented by de’ Foscherari (in 2012, his ninth solo show at the gallery) posed the question of whether the artist should at this point be ranked among the classics, or whether his work had yet to strike a truce with the Muses, preserving a potential for innovation that could still set new experimental processes in motion. This exhibition offers an opportunity—another great one, we hope—to venture some answer to this question. Unquestionably innovative, it may seem to mark a break from his habit of replacing the world with rough pine, yet is actually connected to it by threads that while thin, are extremely strong. True enough, these works are no longer sculptures, but looking at large paintings like Erotismo pompeiano (Pompeian red is one of Ceroli’s favorite colors) or Eco di un bacio, or Io la terra e la luna, we are struck by the similarities between their parentheses and brackets and those large letters of the alphabet cut into wood. Too flimsy a connection? Then let’s move on to Onde gravitazionali or La nuova coppia or Figura di donna, which like the others are made with oil pastels applied by hand, and we will find the image of a tree trunk whose concentric circles are twisted, wrapping around each other to hint at figures. Still not enough? In Ceroli’s house in Rome, there’s a table made from the cross-section of a three-thousand-year-old sequoia; the life lines of that tree seem to have been animated and colored in by the artist, who has set them on the canvas to remind us that at the origin of his work is the tree, and its natural life.
Nor should we forget that in 1970 he made a famous piece titled L’albero della vita (“The Tree of Life”), or that the tree is not just a biblical symbol, but a fundamental reference in every culture. So here is Ceroli’s great opportunity: a chance to get to the root of his artistic practice and discover that it is also the origin of life.


Galleria de' Foscherari
Via Castiglione 2B - Bologna   tel + 39  051221308 
www.defoscherari.com - galleria@defoscherari.com







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